Carmen Barbieri – Cercando il mio nome

Tra le nuove pubblicazioni di questo 2021 troviamo il libro di Carmen Barbieri “Cercando il mio nome”.

Il libro mi è stato inviato gratuitamente da IBS nell’edizione stampata appositamente per i lettori più assidui del loro sito.

Anna e suo padre sono “due pupi mossi dalla stessa coppia di aste di metallo”, i fili che li legano sembrano destinati a non spezzarsi mai.

Ma non può essere così – non è mai così – e a diciannove anni, dopo una malattia che brucia il tempo, Anna perde il padre. Il rispecchiamento in lui è così forte che Anna, perdendolo, perde sé stessa, si confonde, senza il suo sguardo è come se fosse diventata niente, e avesse bisogno di altri occhi per riconoscersi e conoscersi.

L’attraversamento del lutto diventa perciò, necessariamente, ricerca di sé, passando per la scarnificazione del corpo, il suo oltraggio.

Trasferitasi da Napoli a Roma, Anna si ritrova a doversi mantenere – la madre non può aiutarla nelle spese né lei vuole gravare –, così si indirizza a un prete grazie al quale la sua coinquilina ha trovato lavoro come ragazza delle pulizie. Il prete però la vede bella e le propone un lavoro meglio pagato, in un night club.

Anna è turbata, pensa di rifiutare ma poi accetta, e c’è repulsione e attrazione nel suo sì.

Mescolato al racconto delle notti in cui si trasforma in Bube, con i muscoli tesi attorno al palo della lap dance, riemerge il passato, riemergono i vicoli e i bassi di Napoli, l’infanzia delle veglie con la nonna, i pomeriggi a fare i compiti con i gemelli Alfredo e Cristina, e soprattutto il padre, la malattia che scompiglia tutto, la possibilità di esistere nonostante la morte.

La scrittura di Carmen Barbieri mi ha lasciato un po’ perplessa, il linguaggio è forzato in alcuni punti e lo è senza ragione.

Di certo non mi scandalizzo davanti a termini “forti” e volgari ma quando sono usati gratuitamente, senza una reale necessità mi urtano proprio perché messi lì più per “stupire” o per far scena che per reale necessità narrativa.

La trama lascia a desiderare e i personaggi sembrano più delle caricature che dei personaggi reali. Per me purtroppo è bocciato. L’idea di base poteva essere sviluppata diversamente senza scendere in stereotipi e banalità molto più che comuni.

Il libro è disponibile sia in versione elettronica che in cartaceo in brossura da 224 pagine.

Carmen Barbieri, scrittrice e attrice, nasce a Napoli nel 1984.

Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati da “Abbiamo le prove”, “Minima&moralia”, “Rivista inutile”, “Reader For Blind”, “Lahar magazine”, “Futura – Corriere della Sera”. Finalista nel 2014 al premio Hystrio alla vocazione per giovani attori. È autrice di una tesi in Filosofia del linguaggio sul Teatro Povero di Jerzy Grotowski.
Fonte immagine: Feltrinelli editore.

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