La Vallemaggia

CLICCA PER INGRANDIRELa Vallemaggia occupa un quinto della superficie del Canton Ticino, in Svizzera, e si estende per 50 chilometri da Lago Maggiore sino a raggiungere vette che si innalzano oltre i 3000 metri di altitudine.

Il territorio di questa valle è prevalentemente montagnoso, caratterizzato da un lungo fondovalle alluvionale e da numerose valli laterali che si aprono a ventaglio e sono la Val Rovana, la Val Bavona e la Val Lavizzara.

La Vallemaggia ha inizio a poca distanza dalla città di Locarno e il suo primo comune che incontriamo nel nostro viaggio è Avegno, meta molto frequentata dai bagnanti che d’estate amano prendere il sole e rinfrescarsi lungo le rive del fiume Maggia che attraversa l’interna valle.

Tutti i comuni della Vallemaggia sono piccoli paesi caratterizzati per la maggior parte da rustici restaurati, non vi è traccia di palazzine e difficilmente si trovano case moderne, quelle poche che ci sono sono ben si adattano al paesaggio circostante.

Procedendo sulla strada della Vallemaggia incontriamo in sequenza, Gordevio, Ronchini, Aurigeno e Moghegno.

gordevio

Gordevio

A questo punto siamo arrivati circa a metà della valle e troviamo il secondo comune per grandezza, ovvero Maggia.

Non vi nego che la prima volta che ho visitato Maggia ne sono rimasta affascinata, sembra quasi che il tempo lì si sia fermato (a patto di non trovarsi ad agosto nei pressi dei due supermercati del comune che sono la Migros e la Coop, questa è anche la zona dove possiamo trovare un ristorante, la farmacia, la banca e l’ufficio turistico), le sue strade meritano una visita, le sue tante fontane riportano alla mente scenari lontani e la pace che aleggia ovunque è quasi surreale per chi arriva dall’Italia.

Une delle tante fontane di Maggia

Une delle tante fontane di Maggia

L’abitato di Maggia, una volta raccolto in un gruppo compatto, si è notevolmente esteso verso la campagna antistante e, a monte, verso i grotti. La sua fisionomia, a partire dagli anni Settanta, è cambiata completamente. La popolazione è più che raddoppiata, in seguito anche alla vicinanza con Locarno, polo della regione. Maggia stessa è un punto di riferimento importante per la
Bassa Valle.

Nel nucleo del villaggio, si possono ancora individuare numerose testimonianze della vita passata dei suoi abitanti. Diversi sono, per esempio, gli affreschi risalenti al XVII e XVIII secolo.

Anche qui c’è possibilità di scelta per chi ama bagnarsi in quanto è stata creata una zona di spiaggia sul fiume ma a mio avviso, il luogo più spettacolare per fare un bagno è la “cascata del salto”, situata nella zona alta di Maggia, assolutamente da vedere anche se non si ha intenzione di fare poi il bagno.

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Maggia, cascata del “salto”.

Meritano una visita la chiesa della Madonna delle Grazie e la chiesa di San Maurizio.

maggia

Maggia, Chiesa Parrochiale di San Maurizio.

La chiesa parrocchiale di San Maurizio a Maggia fu consacrata nel 1636. L’edificio sostituì la prima chiesa costruita verso il 1000. Era quella la prima parrocchiale della Valle alla quale fecero capo le chiese che sorsero in seguito.
La chiesa è stata restaurata nel 1998 – 1999; ciò ha permesso di valorizzare la cappella laterale della Madonna del Rosario e gli affreschi del soffitto della navata. Nell’edificio è contenuto un organo del 1888 restaurato dal maestro Livio Vanoni in occasione del centenario. L’organo ha ben 868 canne i cui suoni si possono definire eccellenti.

Organo della Chiesa Parrochiale di Maggia

Organo della Chiesa Parrochiale di Maggia

In sagrestia si trova un armadio in legno di noce di particolare bellezza e manifattura tanto che risulta un oggetto degno di protezione a livello cantonale. Nell’edificio, a lato dell’altare, vi è pure un locale con una piccola mostra di arredi sacri appartenenti alla chiesa.
Molto bella è la facciata esterna della chiesa con i due portali datati 1730 a est e 1716 a ovest che racchiudono il sagrato.
Il complesso è ulteriormente valorizzato dalla scalinata monumentale del 1881 di ben 100 gradini (99 dopo la pavimentazione stradale).

Se passate da Maggia vi raccomando una sosta alla Panetteria e Pasticceria Poncini dove troverete delle specialità davvero ottime da gustare e da portare a casa.

Dopo aver visitato Maggia il viaggio riprende e troveremo sulla nostra strada i paesi di Lodano, Coglio, dove è d’obbligo una visita al famosissimo ossario. Questo tempietto, monumento d’importanza cantonale, risale alla metà del XVIII secolo ed è posto di fronte alla chiesa, dentro il recinto del sagrato. Oltre agli affreschi e alle scritte minacciose che riempiono le pareti esterne e il portico, sono interessanti le pietre tombali del pavimento.
Merita di essere ammirata anche la croce cimiteriale posta tra l’ossario e la chiesa, la croce porta la data 1719.

Ossario di Coglio

Ossario di Coglio

Passato Coglio troviamo Giumaglio, il cui vecchio nucleo è edificato in modo compatto e raggruppato attorno alla chiesa parrocchiale. Della vita passata del villaggio si possono ancora trovare testimonianze, risalenti al ‘700, osservando gli stretti vicoli, gli edifici e i portali che danno accesso a piccoli cortili. Gli orti si trovavano oltre l’abitato, verso la campagna sottostante, nella quale in questi ultimi decenni si è notato un certo sviluppo edilizio. Nei secoli passati il pendio pedemontano è stato faticosamente trasformato in paesaggio terrazzato su cui ancora oggi si coltiva la vite, la quale, grazie all’esposizione solatia produce buoni frutti. Oltre i vigneti, a lambire le rocce, si estende la selva castanile, che fino all’inizio del ventesimo secolo rappresentava la riserva alimentare di ogni villaggio.

Poco prima di arrivare in quello che è il capoluogo della valle, ovvero Cevio, attraverseremo i comuni di Someo, Riveo, famoso per le sue cave di beola, e Visletto.

A questo punto passeremo sul ponte automobilistico che attraversa il fiume Maggia e ci troveremo nel comune di Cevio.

Poco oltre il ponte stradale s’intravede il vecchio ponte, ora inutilizzato,della ferrovia Valmaggina. Si tratta dell’unico manufatto ancora esistente risalente alla costruzione della linea ferroviaria Locarno-Bignasco, inaugurata nel 1907 e smantellata nel 1966.

Vecchio Ponte Ferroviario di Visletto

Vecchio Ponte Ferroviario di Visletto

Il villaggio è composto da varie frazioni sparpagliate lungo quasi tre chilometri, alcune delle quali sono degne di segnalazione. La frazione di Boschetto si distingue ancora oggi per aver conservato la struttura del villaggio rurale antico, come se, in quel luogo, il tempo si fosse fermato al 1700. La frazione della Rovana si compone di case abbarbicate alla montagna, unico luogo sicuro per proteggersi dalle furiose acque del fiume omonimo. Di notevole interesse sono pure le costruzioni ottocentesche allineate lungo la bella piazza dove troviamo il Palazzo Pretorio e le grandi case borghesi addossate ai massi della frazione di Cevio Vecchio.

Il palazzo Pretorio è una costruzione cinque-seicentesca e fino al 1798 fu la residenza dei Lanfogti. La sua facciata è decorata con stemmi per lo più risalenti alla seconda metà del XVII secolo che rappresentano le armi delle famiglie di alcuni Lanfogti risedenti a Cevio. Dal 1513 al 1798, con rotazione biennale delle cariche, ben 159 Lanfogti hanno occupato la sede per governare la Vallemaggia e la Lavizzara.

Cevio, Palazzo Pretorio in Piazza

Cevio, Palazzo Pretorio in Piazza

In due di questi edifici, appartenenti anticamente alla famiglia Franzoni, ha sede il Museo etnografico valmaggese.

Palazzo Franzoni, sede del Museo di Cevio

Palazzo Franzoni, sede del Museo di Cevio

Oltre a suggerire la visita di questi luoghi caratteristici, l’itinerario proposto intende far scoprire ulteriori elementi della vita rurale quali le caraa, il lavatoio, i grotti, nonché far conoscere la chiesa parrocchiale e la bella chiesa della Rovana di stile barocco.

Nel comune di Cevio gli interventi sono stati maggiori rispetto al resto della Valle, proprio perché il villaggio è situato alla confluenza dei due fiumi Maggia e Rovana.

Da visitare anche la Chiesa Parrocchiale, fondata già nel XII secolo e dedicata a San Giovanni Battista è sicuramente una delle chiese più antiche della Valle, unitamente a quelle di Maggia e Sornico. L’attuale complesso parrocchiale è il risultato di diverse ricostruzioni nel tempo, la più importante delle quali risale al XVI secolo. Dello stesso periodo è anche il campanile. La chiesa è stata restaurata nel 1875, grazie al contributo di benefattori emigrati in California. All’interno sono presenti diversi affreschi dell’Ottocento, oltre all’altare maggiore, notevole per la ricchezza e la qualità dei marmi e alla cappella di San Giuliano che conserva il corpo del martire, trasportato a Cevio da Roma nel 1741.
Il grande sagrato del complesso si completa con l’ossario, datato 1774. L’edificio è composto dalla cappella, chiusa da un cancello di ferro battuto a mano, e da un lungo porticato, usato in passato per le assemblee della comunità.

Da Cevio si dirama la strada per la Val Rovana ma di questa valle ve ne parlerò in un successivo articolo.

Lasciato l’abitato di Cevio ci si dirige verso gli ultimi due paesi della Vallemaggia, ovvero Bignasco e Cavergno.

Le particolarità storiche che caratterizzano Bignasco sono diverse. Innanzitutto i ponti. Posto alla confluenza di due fiumi, Bavona e Maggia, i due ponti di collegamento fra le diverse sponde esistono da secoli, forse da millenni.

Uno dei due ponti di Bignasco

Uno dei due ponti di Bignasco

Vi è poi il nucleo più antico situato sulla sponda sinistra del fiume Maggia ed è l’agglomerato valmaggese che conta il maggior numero di case cinquecentesche.

Bignasco è pure interessante per l’assetto urbanistico caratterizzato dai seguenti comparti:

  • il nucleo primitivo con parecchi edifici tra i più antichi della Vallemaggia;
  • la zona attorno alla chiesa parrocchiale (e la chiesa stessa), posta tra i due fiumi, dove emergono, per importanza e volume, alcuni edifici privati e pubblici di fine Ottocento – inizio Novecento e l’ex Hotel du Glacier, ora abitazione privata;
  • il gruppo di case edificate a destra del fiume Bavona, sviluppatosi dopo la costruzione, nel 1907, della stazione terminale della ferrovia Locarno – Ponte Brolla – Bignasco;
  • il quartiere nuovo, là verso la cascata, con diverse abitazioni costruite negli ultimi vent’anni.

L’Hotel du Glacier è forse l’edificio che più mi affascina per la sua storia. Si tratta di un elegante edificio a cinque piani, situato accanto al palazzo patriziale del 1908, fu costruito negli anni 1885-87 su iniziativa di Federico Balli. Ancora prima dell’avvento della ferrovia, voleva essere un’allettante proposta di soggiorno per i primi turisti, soprattutto stranieri, alla scoperta delle zone alpine. Di qui si partiva per l’ascensione al Basodino e per raggiungere gli angoli più suggestivi delle valli Bavona e Lavizzara.

Fino allo scoppio della guerra nel 1914 ebbe un discreto successo. Poi il declino e la chiusura. È stato restaurato, compresa la «dépendance», alcuni anni or sono e trasformato in casa d’appartamenti privati.

Vecchia cartolina dell'Hotel du Glacier a Bignasco

Vecchia cartolina dell’Hotel du Glacier a Bignasco

L'ex Hotel du Glacier e la sua depandance (a destra)

L’ex Hotel du Glacier e la sua depandance (a destra) oggi.

A Bignasco troviamo anche una bella cascata, è una delle poche risparmiate dallo sfruttamento idroelettrico delle acque del bacino della Maggia. Soprattutto in occasione di forti piogge, la si ammira anche risalendo la strada cantonale. Ai piedi della cascata vi è la piscina comunale.

L’ultimo paese della valle, praticamente attaccato a Bignasco è Cavergno.

Questo villaggio fino a cinquant’anni fa era caratterizzato da un nucleo compatto posto contro il versante della montagna e sul pendio stesso. Lo sviluppo edilizio della seconda metà del Novecento ha occupato, anche qui come altrove, i campi e gli orti a valle della strada cantonale e di quella che porta in val Bavona. Così le vie di transito che segnavano il confine tra nucleo abitato e zone coltivabili si ritrovano oggi all’interno del paese mentre la chiesa sembra situata al centro.

Bellissima da vedere Villa Inselmini, di stile nordico e circondata da un bel giardino, fu costruita nel 1907 da due fratelli emigrati in Olanda (vedi la scritta in olandese sulla facciata) i quali, diversamente da molti loro compaesani, avevano fatto fortuna. Era la prima volta che si osava occupare la campagna per costruirvi una casa.

Cavergno, Villa Inselmini

Cavergno, Villa Inselmini

Tante altre cose sarebbero da dire su questa splendida Vallemaggia ma finirei per scrivere un vero e proprio romanzo, resto quindi a disposizione per eventuali domande o curiosità vostre e informazioni di qualsiasi tipo, da come arrivare, dove dormire, dove mangiare e via dicendo.

Se siete interessati a visionare ulteriori immagini di questi splendidi luoghi, vi consiglio la visione di questo mio video.

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