Padova

Padova è indiscutibilmente una città elegante e dal fascino discreto.

Una delle mete più importanti da visitare è la Basilica di Sant’Antonio ma l’eredità artistica e culturale di Padova si scopre in ogni angolo del centro storico.

Padova, la dotta. La sua Università, una delle più antiche d’Europa, ospitò nel 1492 un professore d’eccezione, Galileo Galilei. Mentre pochi anni più tardi, nel 1501, si iscrisse Copernico, il padre di una delle più grandi rivoluzioni scientifiche.

Padova, la religiosa, universalmente nota come la città di sant’Antonio, il famoso francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse a Padova per alcuni anni e vi morì. I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant’Antonio, importantissimo luogo di culto dove, ogni anno, arrivano in pellegrinaggio migliaia di devoti a venerare le spoglie del santo più amato del mondo.

Due volti per una città che conserva intatto il fascino di una storia millenaria, dai paleoveneti fino alla Repubblica Serenissima.

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Padova è conosciuta come la città di Sant’Antonio e come la città dei “tre senza”, ovvero il “Santo senza nome” perché quando si parla di Sant’Antonio si dice semplicemente Il Santo, il “Prato senza erba” riferito a Prato della Valle e il “Caffè senza porte” che descrive lo storico Caffè Pedrocchi che in passato era sempre aperto.

Padova è una città bella da vivere senza fretta, percorrendo le vie del centro e ammirando i gioielli architettonici di cui si è arricchita nel tempo. Gioielli che parlano di arte romanica, rinascimentale e neoclassica. Prima fra tutti la Cappella degli Scrovegni che conserva all’interno uno dei più importanti cicli di affreschi di Giotto, realizzato tra il 1305 e il 1306 e recentemente restaurato. Oppure il celebre Palazzo della Ragione, un tempo centro giuridico e amministrativo della città, oggi sede espositiva.

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E ancora il Prato della Valle, che incanta per la sua forma ellittica e per la sua vastità (è una delle piazze più grandi d’Europa con i suoi 90.000 metri quadrati di superficie) e per le emozioni che sa suscitare con quell’isola verde centrale e le 78 statue che la circondano.

Mentre lo storico Caffè Pedrocchi è il simbolo della vita culturale e commerciale di Padova. Un edificio di architettura neoclassica dove è piacevole fermarsi per trascorrere una serata speciale, o semplicemente per ammirarne le splendide sale.

Una gran parte del centro è zona pedonale o a traffico limitato. La stazione ferroviaria dista circa 15 minuti a piedi dal centro storico. Sono presenti centri di informazione turistica (dove ritirare cartine gratis) nel piazzale della Stazione e nel Piazzale della Basilica di Sant’Antonio.

Veniamo ora a ciò che vi consiglio di visitare:

LA BASILICA DI SANT’ANTONIO

La Basilica di Sant’Antonio, conosciuta semplicemente come “il Santo”, è la più importante chiesa di Padova e uno dei monumenti sacri più celebri e visitati del mondo intero.

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La sua costruzione ebbe inizio nel 1232, un anno dopo la morte di Sant’Antonio, e si protrasse fino al 1310. Il corpo del Santo era stato sepolto, secondo il suo desiderio, nella chiesetta di Santa Maria Mater Domini, accanto al convento da lui fondato nel 1229. Questa chiesetta è il nucleo da cui parte la costruzione della Basilica, che ora la incorpora col nome di Cappella della Madonna Mora.

Dal punto di vista architettonico, la Basilica costituisce un gigantesco edificio, unico al mondo, in cui si fondono armonicamente concezioni e stili diversi: la facciata è romanico-lombarda, gli archi sono gotici, le cupole bizantine, i campanili, a forma di minareto, richiamano l’arte islamica.

L’interno, a tre navate, è a croce latina con transetto largo. La navata centrale è divisa in quattro campate dai pilastri, le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera. La Basilica conserva moltissimi capolavori artistici.

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Al di là della sagrestia, con armadio quattrocentesco, la trecentesca sala del Capitolo ospita un frammento di Crocifissione attribuita a Giotto e brani di affreschi della sua bottega.

Dai pressi della sagrestia si ha accesso ai quattro chiostri, costruiti tra il XIII ed il XV secolo. Da menzionare la ricca raccolta della Biblioteca Antoniana.

La Basilica è composta da varie cappelle:

  • Cappella di San Felice (o di San Giacomo). Sopra la cappella, l’organo tardo ottocentesco, che conta 4189 canne.
  • Cappella del Gattamelata: La tomba del condottiero venne posta all’interno della Basilica, nella luogo della prima navata destra. Quest’opera fu realizzata completamente da allievi di Donatello.
  • Cappella dell’arca del Santo: Messe senza interruzioni si celebrano presso questa cappella. L’altare al centro ha sul retro l’arca in marmo verde con le spoglie del Santo. La Tomba (Arca) di Sant’Antonio, vi fu collocata il 14 giugno 1310.
  • Cappella della Madonna mora: Una lapide sopra l’altare ricorda che questa cappella è quanto resta dell’antica Chiesa di Santa Maria Mater Domini, edificata nel 1100 ed atterrata in gran parte per far posto alla fabbrica della basilica.
  • Cappella dei Conti (o del Beato Luca Belludi): Dalla cappella della Madonna Mora, resto della preesistente chiesa, si ha accesso alla cappella del beato Luca Belludi o dei Conti (1382).

IL DUOMO

Il Duomo sorge sulla piazza omonima ed è la terza delle chiese costruite su quest’area. La prima fu eretta nel 313, subito dopo l’editto di Costantino. Dedicato a santa Maria Assunta, il Duomo che si vede oggi fu realizzato tra il XVI e il XVIII secolo.

Dall’esterno, particolarmente da Via Dietro Duomo si notano agevolmente le tre absidi con cui termina la navata centrale, le due absidi terminali del transetto, il campanile, la cupola con l’alto tamburo e la grande lanterna.

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L’interno, armonioso e monumentale, è a croce latina. Presenta tre navate separate da pilastri, un transetto e cappelle laterali, il presbiterio rialzato sopra la cripta. Numerose e assai pregevoli sono le opere d’arte che il Duomo conserva.

Il Battistero del Duomo è una costruzione in stile romanico-lombardo eretta nel secolo XII. Rappresenta uno dei monumenti artistici più insigni della città. L’interno, a pianta quadrata, presenta un alto tamburo di forma circolare, la cupola e una piccola abside con cupoletta.

PIAZZA DELLE ERBE E DELLA FRUTTA E PALAZZO DELLA RAGIONE

Sono le due piazze del centro storico, separate dal palazzo della Ragione. Il nome di Piazza delle Erbe deriva dalle attività che si svolgevano in tempi antichi (fin dal tempo dei romani): in questa piazza infatti si potevano vendere solo ortaggi, mentre in Piazza della Frutta, come sì può capire, si commerciavano solo frutti. Le piazze sono luogo ancora oggi di mercati di mercanzia varia.

Piazza della Frutta era sede in passato del mercato della frutta, come testimoniato dal capitello della Colonna del Peronio, scolpito a motivi vegetali; ora molti banchi di primizie sono scomparsi, sostituiti da venditori di abbigliamento. Sulla piazza si affacciano l’Antica Drogheria ai Due Catini d’Oro, che vende frutta candita, spezie ed aromi rari, e la Panetteria Pasticceria Vecchiato, celebre per il Dolce del Santo ed i tradizionali zaletti, biscotti a base di farina gialla di mais ed uvetta.

Nel lato opposto del Palazzo della Ragione si trova Piazza delle Erbe, dove si svolge di mattina il mercato delle misticanze, frutta fresca e verdure, costituito da più di ottanta banchi in legno, che vengono portati ogni giorno sul selciato della piazza e ricoverati di pomeriggio negli stalli del Ghetto. A nord della fontana hanno posto i mercanti di fiori.

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Il palazzo della Ragione (o Palazzo della Giustizia), sede dei tribunali cittadini, è simbolo della città, uno dei più significativi palazzi pubblici dell’epopea medioevale-comunale, fu eretto nel 1218 allo scopo di riordinare i mercati ed offrire una sede all’amministrazione della giustizia. Orientato in direzione est-ovest, divide le due grandi piazze adibite a mercato, la piazza delle Erbe a sud e piazza della Frutta a nord.

Palazzo della Ragione, Padova

E` un edificio con due logge laterali che percorrono i due lati lunghi. All’interno, al piano superiore, vi e` una sola stanza di notevoli dimensioni (27 x 78 mt) che all’epoca della costruzione era la più grande sala coperta al mondo.

Palazzo delle Ragione

E’ l’antica sede dei tribunali cittadini di Padova ed è una delle aule sospese più ampie d’Europa.

La vocazione commerciale della città è testimoniata poi dalla creazione, all’inizio del 1200, di uno dei più antichi mercati coperti esistenti, presso il piano terra del Palazzo della Ragione. Il mercato, detto sotto il Salone, funziona ininterrottamente da quasi ottocento anni, anche se le merci vendute sono cambiate nel tempo: in epoca comunale trovarono posto venditori di panni pregiati e pellicce e nel quattrocento merciai e salumieri.
Oggi esistono più di cinquanta piccole botteghe, che propongono prodotti alimentari di qualità come formaggi, carni e salumi provenienti da tutta Italia.

PIAZZA DEI SIGNORI

Si trova poco a nord del duomo. Gioiello d’eleganza quattrocentesca e salotto cittadino, essa fu chiamata, in antico, piazza della “Desolazione”, poi piazza dei “Trionfi”, piazza “Pio IX” e, in tempi più recenti, anche “Piazza Unità d’Italia”.

Il nome di Piazza dei Signori risale all’epoca dei Carraresi che avevano qui la loro reggia. Qui si svolgevano un tempo giostre, tornei e feste popolari, le estrazioni del lotto, le lotte di tori, il lancio di palloni aerostatici. Nell’Ottocento la piazza era il cuore della città. Sotto i portici vi si trovavano numerosi caffè. Sul lastricato centrale sostavano quanti si tardavano ad accasare o le brigate di studenti.

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L’elegante Piazza dei Signori detiene il ruolo di salotto cittadino, grazie allo splendido scenario costituito dai palazzi che la compongono, dagli eleganti negozi, e dal tradizionale mercato che si svolge tutte le mattine. La piazza è racchiusa da due lati di edifici civili, prevalentemente ottocenteschi, arricchiti da splendide terrazze e antichi poggioli in ferro battuto, ed è delimitata dalla Chiesa di San Clemente a ovest e dalla Torre dell’Orologio, a est.

Al mattino la piazza è un punto d’incontro per chi desidera fare acquisti nei negozi o nelle bancarelle; nel pomeriggio essa lascia libero lo scorcio dei portici: le variopinte case che si affacciano sono d’epoche varie, soprattutto ottocentesche. Sono elegantemente arricchite da terrazze con poggioli in ferro battuto.  In questa piazza si svolge tutte le mattine un mercato dove è possibile acquistare capi d’abbigliamento e biancheria.

CAFFE’ PEDROCCHI

Il Caffè Pedrocchi, celebrato caffè situato in Via VIII Febbraio 15 nei pressi di Piazza Cavour, attraente e vitale zona nel cuore della città, fu inaugurato nel 1831, e da allora è uno dei simboli della Padova moderna. E’ chiamato Caffè senza porte, per il fatto che fino al 1916 il caffè rimase aperto ventiquattro ore al giorno. Grazie alla sua posizione attigua alla sede dell’Università divenne presto un punto d’incontro privilegiato per studenti e professori ed un centro politico e culturale dove si incontravano letterati e patrioti.

Al piano terra, una splendida caffetteria, le stanze sono prendono il nome dal colore della tappezzeria (bianca, rossa, gialla e verde).

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Il primo piano (detto piano nobile) comprende varie sale che si rifanno agli stili del passato: la sala etrusca, la sala greca, la sala del rinascimento, la sala romana, la sala egizia e quella da ballo, dedicata al compositore Gioacchino Rossini. Il caffè Pedrocchi, specializzato in rinfreschi e banchetti, è famoso per le tagliatelle al caffè e per lo zabaione alla Stendhal, di cui il famoso scrittore francese andava ghiotto.

Per maggiori informazioni potete consultare il sito del Caffè.

PALAZZO BO: L’UNIVERSITA’ DI PADOVA

Dopo quella di Bologna, l’Università di Padova è la più antica d’Italia: in effetti, essa fu fondata nel 1222 da un gruppo di docenti e di studenti che si erano allontanati dallo Studio bolognese. Da allora, Padova divenne centro culturale di grande prestigio e richiamò da tutta Europa maestri insigni e una moltitudine d’allievi.

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La sede storica dell’Università era in origine l’albergo del Bo, regalato ad un macellaio da Francesco da Carrara, signore di Padova, per sdebitarsi delle provviste di carne fornite durante l’assedio della città nel 1405.

Nel 1539 il palazzo divenne di proprietà dell’Università: da allora è sede principale dell’Ateneo e ancor oggi viene familiarmente chiamato “il Bo”.

Attualmente, il Palazzo ospita il rettorato e la facoltà di giurisprudenza.

GHETTO EBRAICO

Il Ghetto Ebraico di Padova è quella zona che si estende tra piazza Duomo e Via Roma; presenta vie strette con edifici caratteristici che hanno mantenuto l’aspetto originario.

La presenza degli ebrei a Padova ebbe inizio nel Trecento, ma aumentò notevolmente alla fine del Quattrocento, quando gli ebrei che rifiutavano di convertirsi furono cacciati dalla Spagna e dal Portogallo, ed anche in seguito.

Padova, dominata dalla Serenissima, era una città aperta agli stranieri: la stessa Università era l’unica in Europa ad accettare studenti ebrei. Gli ebrei non erano ammessi alle corporazioni di Arti e Mestieri: potevano però esercitare l’usura e – per le leggi veneziane – anche l’arte della “strazzaria”, cioè il piccolo commercio dell’usato.

Nel Cinquecento, la comunità era numerosa: lo dimostra l’esistenza in città di tre sinagoghe, dove si officiava rispettivamente in italiano, tedesco e spagnolo.

Nasceva quindi, come era avvenuto a Venezia, il problema di gestire permessi e divieti di soggiorno. Fra il 1601 ed il 1603 si decide che gli ebrei debbano risiedere in un’unica zona. Dopo quasi un secolo dall’apertura del ghetto di Venezia (1516), sorge quello di Padova: rimarrà operante fino al 1797, quando sarà abolito dai decreti napoleonici.

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Il quartiere ha mantenuto quasi intatte le connotazioni originarie, conservando l’impianto romanico delle abitazioni “a campanile”, ossia molto sviluppate in altezza, e costruite spesso con materiale di recupero. L’ex Ghetto ebraico è oggi una delle zone più caratteristiche della città, con numerosi locali, particolarmente frequentati dai giovani.

Sotto gli antichi portici si susseguono negozi di antiquariato e stoffe, librerie e botteghe. All’incrocio con via delle Piazze è l’area centrale del quartiere e lungo questa via sorge l’ex Sinagoga Grande, che fu attiva dal 1682 al 1943, quando fu distrutta da un incendio. Restaurata nel 1998, è oggi prestigioso centro culturale, sede di eventi e mostre.

PRATO DELLA VALLE

Forse non tutti sapevate che la seconda piazza più grande d’ Europa (dopo la Piazza rossa di Mosca) si trova proprio in Italia, precisamente a Padova.

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Detto “prato senza erba”, il Prato della Valle è una grande piazza ellittica, divenuta uno dei simboli di Padova (con la Basilica del Santo ed il Caffè Pedrocchi).

Con un’estensione di circa 90.000 mq, il Prato è la maggiore piazza della città, ed una delle più grandi d’Europa.

In epoca romana, lo spazio fu sede di un vasto teatro, lo Zairo, e di un circo per le corse dei cavalli. Durante le persecuzioni contro i primi cristiani, il circo fu utilizzato per i combattimenti: qui furono martirizzati Santa Giustina e San Daniele.

Nel Medioevo, invece, fu sede di fiere, giostre, gare, assemblee cittadine e del mercato degli animali. Pur essendo a ridosso delle mura cittadine, mantenne a lungo il suo aspetto paludoso e malsano, dovuto alla conformazione a catino del terreno, dove l’acqua ristagnava.

Nel 1775 nobile veneziano Andrea Memmio, Provveditore a Padova della Serenissima, con l’aiuto dell’abate-architetto Domenico Cerato attuarono una radicale bonifica e crearono una canalizzazione sotterranea destinata a far defluire le acque dell’anello centrale, che tuttora vediamo, valicato da 4 ponti, recingere una specie di grande aiuola circolare, denominata Isola Memmia (così chiamata in onore del committente), tagliata lungo i suoi assi da due viali, interrotti al centro da una fontana circondata da panchine in pietra d’Istria.

All’interno dell’isola si trovano sedici vasi ornamentali ed alle estremità dei viali ci sono quattro leggeri ponti: il Ponte Nord, i due ponti degli obelischi e il Ponte dei Papi. Sotto quest’ultimo, così chiamato per le quattro statue di papi che lo ornano, ci sono due cloache, separate da una piccola diga, dalle quali entrano e fuoriescono le acque del Canale Alicorno oggi interrato per gran parte del suo percorso.

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Tutta l’isola è circondata infine da otto obelischi e da una doppia fila di settantotto statue, dedicate ai personaggi più illustri della città, i notabili, padovani di nascita o d’adozione: dal mitico fondatore Antenore a Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Francesco Petrarca, Tito Livio e Galileo Galilei.

Le statue che ornano la piazza, 38 lungo l’anello interno all’Isola Mummia e 40 lungo quello esterno, furono scolpite in pietra di Costozza tra il 1775 e il 1883 e sono opera di artisti diversi. Soltanto gli spazi dell’ingresso ai quattro ponti furono riservati a personaggi politici, a Dogi e Papi.

Alla stazione di Padova sono presenti le Linee Autobus 3, 8, 12, 18, che si fermano proprio a Prato della Valle.

 

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commenti

One Response to Padova

  1. melissa ha detto:

    sono sincera abito abbastanza vicina a Padova e ci vado poco però è carinissima concordo con te

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