Museo della Frutta – Torino

Il Museo della Frutta, inaugurato il 12 febbraio 2007, presenta la collezione più ampia di frutti artificiali plastici, modellati a fine Ottocento da Francesco Garnier Valletti di proprietà della Sezione operativa di Torino dell’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante, di cui ripercorre la vicenda dalla sua costituzione nel 1871 sino ai giorni nostri.

Cuore e centro del Museo è la straordinaria collezione pomologica, costituita da centinaia di varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine, uve, offrendo anche l’opportunità di conoscere la vita e l’opera di Francesco Garnier Valletti, geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista e scienziato.

Museo della Frutta

Un tuffo nel passato che costituisce anche l’occasione per riflettere sul tema, attualissimo, della biodiversità.

Il Museo della Frutta presenta una straordinaria collezione di frutti artificiali: più di 1000 esemplari (1021) tra pere (501), mele (295), pesche (67), susine (20), ciliegie (53), albicocche (56) e uva (10) esposti nei mobili originali in cui furono collocati nel 1928, all’atto del loro acquisto da parte della Regia Stazione di Chimica Agraria.

Negli anni seguenti la collezione pomologica è accresciuta con altri frutti e ortaggi, determinando la necessità di procedere all’acquisto di ulteriori armadi vetrati. Tra il 1932 e il 1935 la Stazione acquisisce, dunque, altri 323 modelli di frutti e ortaggi: altre mele, pere, pesche, uva, susine, fragole, ciliegie, arance, mandarini e limoni, barbabietole da foraggio, funghi e modelli “di putrefazione” di mele.

Museo della Frutta

Ad oggi essa comprende nel suo complesso 1381 modelli di varietà di frutti e ortaggi, di cui 1100 sono esposti, mentre gli esemplari di minor qualità e interesse, sia dal punto di vista scientifico sia da quello estetico, sono conservati nel deposito appositamente creato all’interno del Palazzo e consultabili su richiesta.

Complessivamente la collezione originaria del 1927 è pervenuta a noi nella sua quasi interezza a dimostrazione non solo della validità della formula del loro autore, ma anche della cura con cui essi sono stati conservati nel tempo.
Fanno eccezione le uve, la cui fattura è di grande qualità estetica, ma non di pari resistenza, tanto che non sono più di 24 i grappoli ancora esistenti.

Il Museo della Frutta non si limita a valorizzare la collezione pomologica e i beni storico-scientifici della Stazione di Chimica Agraria, conservando e valorizzando le testimonianze materiali di un passato che, per quanto relativamente vicino nel tempo, appare ormai lontanissimo. Attraverso la ricostruzione della vicenda della Stazione di Chimica Agraria il Museo si propone anche di ripercorrere una fase della storia della ricerca scientifica applicata all’agricoltura e a rendere evidente la svolta che, tra Otto e Novecento, ha trasformato radicalmente le forme di produzione ortofrutticola da artigianali a industriali, introducendo nuovi metodi non solo di coltivazione, ma di conservazione, distribuzione e consumo.

museo della frutta

La conservazione mediante il freddo (che costituì uno dei settori di punta della ricerca della Stazione negli anni Venti) nel dare risposta, insieme all’industrializzazione delle tecniche agrarie, ai nuovi e crescenti bisogni della società contemporanea, è anche alla radice del definitivo regresso dell’attenzione che, da millenni, era stata prestata alla moltiplicazione delle varietà frutticole e orticole. Con essa ha, infatti, inizio la possibilità di conservare, e consumare, i prodotti agricoli ben oltre la stagione della raccolta e anche di aumentare enormemente il raggio della loro distribuzione.

Il frigorifero industriale prima e quello domestico poi, hanno cambiato in profondità i modi e le forme dello sviluppo agricolo e anche quelli della nostra vita quotidiana. Ed è questo che rende il frigorifero esposto (parte del primo impianto italiano di refrigerazione sperimentale) esposto nella sala della biblioteca un oggetto forse meno affascinante, ma non meno significativo e della collezione pomologica.

Attraverso il Museo si scopre un aspetto importante quanto poco noto della storia della città di Torino, la ricerca in campo botanico e agronomico, che tuttora costituisce una sua vocazione, ben rappresentata nel campo delle biotecnologie.

Museo della Frutta

Attraverso un percorso che consente di immergersi nel clima, nei valori e nella cultura dell’epoca del positivismo, abbiamo voluto evidenziare la sua tensione, ereditata dall’illuminismo, verso una ricerca esplicitamente legata all’idea di progresso e di educazione popolare.

Nel confronto fra passato e presente il Museo intende spiegare le ragioni che hanno inevitabilmente portato ad abbandonare la coltivazione, o comunque a ridurre drasticamente la quantità di varietà di frutti in commercio, ma anche porsi come strumento a disposizione di coloro che sono interessati alla loro riscoperta e impegnati nel recupero della loro produzione, in un quadro attuale  che riscopre sempre più i valori della qualità in campo agroalimentare.

Museo della FruttaMuseo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
Via Pietro Giuria, 15
10126 Torino

Ingresso a Pagamento.

Orario:
lunedì-sabato: 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
Chiusure festività annuali:
1° gennaio, 1° Maggio Pasqua, 1° Novembre, 24,25 e 27 Dicembre, 31 Dicembre. Sono possibili ulteriori chiusure durante l’anno. Per maggiori informazioni contattare il museo.
Aperture straordinarie:
15 Agosto, 25 Aprile, 26 Dicembre, 2 Giugno, 6 Gennaio, 8 Dicembre.

Vi consiglio vivamente una visita a questo Museo se siete di Torino o se ci dovete andare perché è qualcosa di diverso da ciò che si vede abitualmente ed è realmente molto interessante.

 

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