Gli Oleoliti

Un modo molto semplice per arricchire le potenzialità cosmetiche degli oli è quello di fare oleoliti: cioè mettere erbe o fiori a bagno nell’olio perché cedano le loro proprietà.

Si tratta per lo più di foglie, radici o fiori secchi, ma è possibile utilizzare anche erbe fresche purché si aggiunga all’olio il 5% di alcool (per esempio 95 grammi d’olio e 5 di alcool) che impedisca irrancidimento e formazioni di muffe. Per non rischiare di dover buttare tutto dopo poco tempo, è meglio scegliere gli oli più resistenti all’irrancidimento: oliva, riso, vinacciolo, per esempio, si rivelano ideali.

La scelta dell’olio va fatta anche in base all’uso che si desidera farne, sfruttando la sinergia fra le due sostanze per potenziarle: per esempio sommando l’azione lenitiva della calendula a quella dell’olio di oliva, si ottiene un ottimo doposole.

Il procedimento è molto semplice: va riempito un vasetto di vetro con la pianta che si vuole utilizzare, che poi va coperta d’olio. Si richiude il contenitore e si lascia riposare in un ambiente non freddo (d’inverno può essere nelle vicinanze del calorifero, d’estate al sole, ritirandolo la sera), agitandolo una volta al giorno.

Gli Oleoliti

Alcuni suggeriscono di proteggere il vasetto dalla luce per evitare l’ossidazione, per esempio avvolgendolo in un foglio d’alluminio. Passate quattro settimane, il contenuto va filtrato in un contenitore sterilizzato (bollito) e richiuso, se il giorno dopo rimangono dei residui è meglio rifiltrare l’oleolito. Il procedimento è lo stesso quando si tratta di fiori o erbe fresche, in questo caso però va eliminato l’alcool, che rimane sul fondo del vasetto.

Ovviamente si possono anche acquistare già pronti e si trovano comunemente online o in negozi che trattano prodotti bio.

Ecco gli oleoliti più famosi e utili:

Oleolito di calendula: si utilizzano i fiori secchi, ha un effetto calmante e antiarrossamento, perfetto come doposole o sulla pelle arrossata, indicato anche per la pelle acneica, secca, screpolata, sensibile, con tendenza alla couperose.
È adatto anche al bagnetto dei piccolissimi, grazie alla sua delicata azione detergente. Peraltro i fiori, di un vivace arancione, crescono molto bene anche in vaso e sono rifiorenti.

 

Oleolito di elicriso: è una pianta dai fiori gialli e piccoli. L’oleolito di questa pianta è indicato per applicazioni locali su eritemi da contatto e da sole, eruzioni cutanee e psoriasi.

 

Oleolito di iperico: è una pianta piuttosto diffusa e cresce sia in pianura che in collina.
Nella tarda primavera e all’inizio dell’estate sboccia in piccoli fiorellini gialli, che si usano freschi per ottenere un oleolito con proprietà antirughe, che si rivela ottimo anche come antidolorifico in caso di dolori articolari o muscolari, perché riscalda la parte dolorante.
È indicato anche per il trattamento della  pelle arrossata e disidratata.

 

Oleolito di rosmarino: si usano le foglie, lasciate appassire per qualche giorno senza che secchino completamente. Dà una sferzata di vitalità alla pelle spenta ed è un tonico del cuoio capelluto con un effetto rinvigorente e perfino antiforfora.

 

Oleolito di camomilla: in questo caso sono i fiori secchi a essere messi a bagno nell’olio. L’azione è addolcente, antinfiammatoria e antiarrossamento, assolutamente benefica in caso di couperose.

 

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